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BIOGRAFIA

BIOGRAFIA

Nato a Napoli nel 1949, trascorre l’infanzia e la prima giovinezza a Spoleto. Nel ’71 si laurea in Lettere a “La Sapienza” di Roma con il professor Agostino Lombardo, discutendo una tesi in Lingua e Letteratura Inglese su “Le rappresentazioni elisabettiane in Italia dal 1945 al 1970”.
Dal ’72 al ’76, al Teatro Stabile di Torino, è assistente del regista e direttore artistico Aldo Trionfo, una collaborazione che si ripeterà in numerose occasioni negli anni successivi. Allo Stabile, nel ’75, firma la sua prima regia, “Brand” di Ibsen e, nel ’76, dirige “La Venexiana” di Ignoto Veneto del Cinquecento. Nello stesso anno scrive con Trionfo “Faust – Marlowe – Burlesque”, spettacolo interpretato da Carmelo Bene e Franco Branciaroli.

“La Venexiana” può considerarsi il suo debutto ufficiale e l’inizio di una carriera di più di duecento regie; ne registriamo qui, per brevità, alcune delle più rilevanti.

Trasferitosi a Roma, nell’autunno del ’76 viene chiamato dal Direttore Ruggero Jacobbi a tenere corsi di recitazione e regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, incarico che manterrà ininterrottamente per 46 anni, fino al dicembre 2023.

Parallelamente all’attività didattica svolta in Accademia, terrà corsi di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, alla Scuola Europea per l’Arte dell’Attore ‘Prima del Teatro’ di San Miniato, alla Scuola Cassiopea di Roma e, per un triennio, alla Scuola del Teatro Stabile di Napoli.
Collaborerà inoltre con la cattedra di Storia del teatro della Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, Università degli Studi di Siena, dove nel 2006/2007 gli sarà affidato l’insegnamento di Istituzioni di regia per il Corso di Laurea specialistica in Letteratura e Spettacolo. Nel 2007 e 2008 insegnerà Istituzioni di regia alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata, Corso di laurea in Storia, Scienze e Tecniche della Musica e dello Spettacolo.

Nel ’77 dirige al Teatro Belli di Roma “Lulu” di Wedekind nell’adattamento di Roberto Lerici, protagonista Magda Mercatali, scene e costumi di Santuzza Calì e “Strindberg contro”, una drammaturgia da Inferno di Strindberg, pensata da Mario Moretti per l’inaugurazione del Teatro in Trastevere. Nello stesso periodo scrive con Aldo Trionfo la drammaturgia di “Simplicissimus” da Grimmelshausen, spettacolo prodotto dal Teatro della Tosse di Genova e rappresentato al Festival di Spoleto. Nell’estate, per l’Accademia Chigiana di Siena, ambienta “I Sette Peccati Capitali” di Brecht-Weill nella Sala degli Specchi dell’Accademia dei Rozzi (protagoniste Daisy Lumini e Roberta Greganti).
È del ’78 “Ricorda con rabbia” di Osborne, con Nello Mascia, spettacolo con il quale ha inizio la sua lunga collaborazione con lo scenografo Bruno Buonincontri. Nello stesso anno dirige gli allievi dell’Accademia in “Girotondo” di Schnitzler (in scena, tra gli altri, Anna Marchesini e Sergio Castellitto) e nel saggio “Le preziose ridicole” di Molière, rappresentato nell’ambito dell’Estate Romana nella Sala Borromini dell’Oratorio dei Filippini (con il giovane Ennio Fantastichini, nel ruolo di Mascarillo).

“Le preziose ridicole” segna il consolidarsi di una duratura collaborazione con Santuzza Calì, che proseguirà negli anni per più di 25 allestimenti. Nell’immediato, estate ’78, Santuzza Calì disegnerà le scene e i costumi di “Le donne al Parlamento” (in partenza dal Teatro Greco di Siracusa) e firmerà le scene e i costumi del “Macbeth” di Shakespeare, (protagonisti Aldo Reggiani e Barbara Valmorin).
In questa stagione, prima con “Le donne al Parlamento”, e poi con la scelta di mettere in scena, per la stagione invernale ’78-’79, il poco frequentato testo di Henry Becque “La Parigina”, nasce il lungo sodalizio artistico con Paola Quattrini, nel comune interesse ad individuare proposte teatrali non usuali per l’attrice, di particolare spessore e tenore drammatico. Nasceranno così “Le notti bianche” di Dostoevskij (‘85, con Mauro Avogadro), “La Bella addormentata” di Rosso di San Secondo (’86, Festival di Borgio Verezzi), “I Ponti di Madison County” di Waller (2008) ed “Un tram che si chiama desiderio” (riprese dal 2000 al 2007), Premio Flaiano 2007 a Paola Quattrini come migliore attrice protagonista.

Nel ’79, a Matera, mette in scena l’opéra-comique “La Fée Urgèle” di Egidio Romualdo Duni, protagonista il soprano Mariella Devia, affiancata dall’attrice Anna Marchesini. Lo spettacolo è il primo di una trilogia dedicata al musicista materano che comprende il dittico “La clochette” e “Les sabots” e “L’isola dei pazzi”(Copenaghen, Falkoner Teatret, 1982).
Nello stesso anno gli viene offerta l’opportunità di lavorare presso lo Studio di Fonologia di Milano per la realizzazione del radiodramma di Fabio Doplicher “La via della bora” (tra gli interpreti Piera degli Esposti e Giulio Brogi).

Un’esperienza, quest’ultima, che si rivelerà centrale per il lavoro di ricerca che il regista dedicherà negli anni alla radiofonia, e che troverà un prestigioso riconoscimento nel Prix Italia assegnato a “Un contrabbasso in cerca d’amore”, nel ’79, ed a “Una vendetta in musica” nel ‘81.

Negli anni ’79 e ‘80, con Mario Moretti e un nutrito gruppo di affiatatissimi attori, anima il “Caffè Teatro di Piazza Navona”, una piccola sala ipogea che si sviluppa sotto la via che unisce il Senato a piazza Navona. La sala, aperta al pubblico fin dal mattino, ospitava la programmazione di molteplici attività teatrali e culturali. Le performance si susseguivano a ritmo serrato, fino alla conclusione con lo spettacolo di mezzanotte.
Per il Caffè Teatro realizza: “Serata erotica” su testi di Jarry, Vitrac, Tardieu, Arrabal e Ionesco (nel cast Massimo Dapporto e Massimo Ghini), allestisce “Sindrome italiana”, collage di testi di Stefano Benni, e firma la regia di “Dialogo” di Natalia Ginzburg (Premio I.D.I ad Alessandro Haber come miglior attore protagonista e Premio I.D.I. e Premio SIAD 1980 a Salveti, per la regia di “Dialogo” e “Eros e Priapo” di Gadda).
È dell’80 “Eros e Priapo” da Carlo Emilio Gadda, adattato per Patrizia De Clara, unica interprete. Lo spettacolo sarà mantenuto in repertorio, per più di trent’anni, fino al 2014, in Italia e all’estero (Helsinki, Copenaghen, Stoccolma, Amburgo, Manizales, Bogotà e Parigi). Proposto anche in versione radiofonica per Radio Uno, con il titolo “Italiani! Io vi esorto alle istorie!”, “Eros e Priapo” verrà registrato negli studi televisivi di Napoli, per Rai Tre, su iniziativa dell’allora Presidente della Rai Paolo Grassi.
Dell’80 è anche “Spirito allegro” di Noël Coward, grande successo di pubblico, protagonisti Aroldo Tieri, Giuliana Lojodice e Paola Borboni, indimenticabile interprete del personaggio di Madame Arcati.
Nel 1981, per il Teatro dell’Opera di Roma, al Teatro delle Arti, organizza, con la collaborazione di Paolo Terni, la manifestazione “Musica e teatro a Roma negli anni ‘20”, che include il duplice allestimento di “Nostra Dea” di Massimo Bontempelli e di “La morte di Niobe, tragedia mimica in un atto con musicadi Alberto Savinio.
Dello stesso anno è “Voulez vous jouer avec moâ” di Marcel Achard, con Giancarlo Zanetti, Andrea Giordana e Giovanni Poggiali, le scene di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, la collaborazione di Romano Colombaioni per la tecnica clownesca e di Tony Binarelli per le soluzioni ‘magiche’.
Nel 1982 inaugura la “Sala Caffè” del neonato Teatro dell’Orologio di Roma con “Orgia” di Pier Paolo Pasolini, interpreti Maria Grazia Grassini e Brizio Montinaro.

Un ampio progetto il cui ambizioso obiettivo era la concreta realizzazione dei ‘punti’ previsti da Pasolini per il suo “Manifesto per un nuovo teatro”. Veniva posta infatti un’enfasi particolare sulla valenza di rito laico e culturale che la rappresentazione doveva assumere, in un dialogo ravvicinato e privilegiato con gruppi omogenei di spettatori, ogni volta chiamati a partecipare attivamente alla riflessione sulle tematiche al centro della drammaturgia pasoliniana.
L’intero progetto, realizzato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, era a cura del “Teatro Studio di Lorenzo Salveti e Paolo Terni”, associazione culturale attiva in quegli anni nella promozione di iniziative e progetti mirati all’approfondimento delle interrelazioni tra ‘teatro’ e ‘letteratura’.

Sempre nell’82, negli studi televisivi di Torino, per Rai Tre, cura la regia di“La speranza” di Nello Saito (tra gli interpreti una giovanissima Francesca Archibugi, accanto ad Anna Marchesini e Brizio Montinaro).

Nell’estate dello stesso anno, con l’allestimento di “Elena” di Euripide (protagonista Edmonda Aldini), si conclude la sua lunga frequentazione con i testi classici greci e latini realizzati per le platee estive dei principali siti archeologici della penisola (dopo “Le donne al Parlamento”, “Truculentus” di Plauto, ‘79; “Gli Uccelli” di Aristofane, ‘80; “Miles gloriosus”, ‘81).

L’anno successivo, per il contenitore “Epistolari celebri” di Rai Tre, dirige negli studi di Napoli le due puntate di “Vincenzo Bellini”. In questa occasione, con lo scenografo Bruno Buonincontri, sperimenta un racconto per musica e immagini, sfruttando a pieno le potenzialità astrattive offerte da una scenografia tutta modulare, fatta di elementi (colonne, paraste, porzioni di pavimento…) che si ripetono a formare i diversi ambienti previsti dalla narrazione, siano essi interni od esterni. Sceneggiatura di Bruno Cagli.
Sempre nel 1983, partecipa alla fondazione della cooperativa “La Contemporanea ‘83” con “Il guerriero, l’amazzone, la poesia nel verso immortale del Foscolo” di Carlo Emilio Gadda e con “A caso” di Tommaso Landolfi, realizzato in un’ampia sala del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Cura inoltre, per l’Ente Lirico Arena di Verona, la regia de “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini al Teatro Filarmonico, protagoniste Cecilia Gasdia (Giulietta) e Martine Du Puy (Romeo).
Nel 1984, sempre per “La Contemporanea ‘83”, debutta nella sala di via Rovello del Piccolo Teatro di Milano, con “La cosa vera” (“The real thing”) di Tom Stoppard, interpreti principali Sergio Fantoni, Ilaria Occhini, Duilio Del Prete ed Ennio Fantastichini, con la traduzione di Raffaele La Capria.
Sono dello stesso anno “Uno, nessuno e centomila” per il Festival di Benevento, e “Il risveglio di primavera” di Wedekind, saggio degli allievi dell’Accademia (con la giovane Maria Paiato nel ruolo della madre di Wendla).
Sempre nell’84, per Rai Due, a Torino, partecipa alla realizzazione di “Il buttafuori”, collana di famose pièces teatrali scelte da Enzo Maurri, raccontate da un attore e rappresentate per scene salienti. Per “Il buttafuori” gira quattro episodi presentati dall’attrice Laura Adani: “Boubouroche” di Courteline (protagonista Ferruccio Soleri), “Il marito ideale” di Wilde (con Renato De Carmine), “L’Asino di Buridano” e “Divorziamo!” di Sardou (con Milena Vukotic e Massimo Dapporto).
Nell’autunno dello stesso anno, per Rai Due, è impegnato negli studi televisivi di Napoli per la realizzazione di due commedie in diretta: il 30 settembre, “Non si sa mai” di George Bernard Shaw (tra i numerosi interpreti, Paolo Ferrari, Valentina Fortunato, Fiorenza Marcheggiani, Mino Bellei) e, il 28 ottobre, “Caffè nero” di Agatha Christie, con Paolo Ferrari nel ruolo di Poirot.
Nel 1985, nella ricorrenza del IV centenario del Teatro Olimpico di Vicenza, il regista è prescelto per allestire “Edipo re” di Sofocle, tragedia rappresentata 400 anni prima per l’inaugurazione del teatro. Salveti sceglie per il suo spettacolo di utilizzare la traduzione in prosa di Manara Valgimigli e affida i ruoli principali ad Aldo Reggiani (Edipo), Renato De Carmine (Tiresia) e Francesca Benedetti (Giocasta). Lo spettacolo ottiene ampi riconoscimenti e costituisce un passaggio importante nella carriera del regista.
Nel ’86, protagonista Roberto Herlitzka, realizza un’apprezzata edizione di “La commedia delle parole” di Schnitzler, nella nuova traduzione di Giuseppe Farese. E, per il Teatro Romano di Verona, mette in scena, con Valeria Moriconi e Mariano Rigillo, “Tutto è bene quel che finisce bene” di Shakespeare, in sostituzione di Aldo Trionfo costretto a rinunciare all’incarico per motivi di salute. Firma inoltre la regia di “Yerma” di Federico García Lorca, con le musiche originali di Sergio Liberovici.
Nel ’87, allestisce come saggio dell’Accademia “Käthchen Von Heilbronn”di Kleist e, nell’estate, al Festival di Borgio Verezzi, ambienta “La figlia di Iorio” di D’Annunzio nella suggestiva cornice della ‘Cava dei fossili’ che dall’alto domina il golfo di Savona.
Ancora nel ’87, per l’Olimpico di Vicenza, alla conclusione dei lavori di restauro del teatro, cura la regia di “Orestiade” di Eschilo, con Valeria Moriconi, Gabriele Ferzetti, Corrado Pani, Renato De Carmine, Ave Ninchi e, negli altri ruoli, una nutrita compagine di ‘primi attori’, riuniti per l’occasione in omaggio alla riapertura dell’Olimpico. È dell’87 anche “L’Italiana in Algeri” di Rossini, curata per il Teatro dell’Opera di Roma, con Ruggero Raimondi nel ruolo di Mustafà.
Nel 1988, con Maria Grazia Grassini e lo scenografo Buonincontri, fonda l’associazione culturale Opera Teatro, per la promozione della drammaturgia contemporanea. Si inizia con “Prima di cena” di Elio Pecora, protagonista la Grassini, proseguendo con “Sinfonietta”, protagonista e regista Rosa Di Lucia: un omaggio ad Angelo Maria Ripellino. Per entrambi gli spettacoli la produzione punta ad una lunga tenitura (al Teatro Belli di Roma), che consenta l’organizzazione di un ricco programma di incontri ed eventi collaterali dedicati in primis ad un pubblico di giovani. Sopraggiunte difficoltà economiche e organizzative impediscono tuttavia la realizzazione della prevista messinscena del testo di Ubaldo Soddu “Pantagruele innamorato”. Le prove dovettero essere interrotte ed il fallimento di questo progetto determinò la chiusura dell’associazione.
Sono dell’88: “La cameriera brillante” di Goldoni (protagonista Lauretta Masiero), ed “Assunta Spina” di Salvatore Di Giacomo (con Caterina Costantini e la partecipazione di Regina Bianchi e Antonio Casagrande). Nello stesso anno: “L’impresario delle Smirne” di Goldoni, per la Toneelschool di Amsterdam, con repliche a Roma nella sede di Via Bellini dell’Accademia “Silvio d’Amico”.
Segue, per l’Estate teatrale veronese 1989, l’allestimento di “I due gentiluomini di Verona” di Shakespeare, con le musiche originali di Paolo Conte. Nella medesima stagione, “Madame Sans-Gêne” di Sardou, protagonista Valeria Moriconi, spettacolo più volte ripreso, vincitore del Biglietto d’Oro – AGIS.
Nel 1990 scrive e realizza al Teatro dell’Orologio “Il caffè del signor Proust”, liberamente ispirato a “Monsieur Proust” di Céleste Albaret. Lo spettacolo è itinerante, il pubblico è invitato a visitare le sale e gli spazi di servizio del teatro, che un inatteso e sorprendente intervento scenografico trasforma nell’abitazione di Marcel Proust in Boulevard Haussmann. Veste gli abiti femminili di Céleste, l’ultima governante di Proust, Gigi Angelillo, interprete d’eccezione, premiato con il Premio I.D.I. – Maschera d’oro 1990.

“Il caffè del signor Proust”, in più di 20 anni di repliche, è stato rappresentato, oltre che in diverse città italiane, a Parigi, Tel Aviv, Budapest, Lisbona, Montreal, Stoccolma e Barcellona. Ogni volta lo spettacolo veniva ambientato in spazi pubblici o edifici privati (quasi mai teatri tradizionali), nei quali, utilizzando gli elementi scenografici modulari ideati per il primo allestimento, venivano ricostruite le stanze di casa Proust visitate dagli spettatori.

Nello stesso anno, viene nominato Direttore artistico del Teatro Stabile dell’Aquila, impegno considerato dallo stesso regista come la fase più matura, meditata e significativa dell’intera sua attività. La scelta è quella di lavorare da subito alla trasformazione del Teatro dell’Aquila in teatro regionale, per la nascita di un Teatro Stabile Abruzzese. Per raggiungere questo obiettivo, un’ampia parte dello sforzo produttivo del teatro si concentrerà in complessi ed articolati ‘progetti’ disegnati sulle esigenze delle diverse realtà socio-culturali del territorio.
Si parte nel ’90 con il “Progetto Fedra”, di durata biennale. Nei centri grandi e piccoli della regione (anche in luoghi privi di edifici teatrali tradizionali) si rappresenta “Fedra” di Seneca (protagonista Rosa Maria Tavolucci con Osvaldo Ruggieri nel ruolo di Teseo). Intorno alla programmazione dello spettacolo si costruisce una vasta gamma di attività, perlopiù destinate al mondo della scuola ed alla promozione culturale in genere. Seguono, nella stessa linea, il “Progetto Lanciano” (’92), il “Progetto Pescara” (’93), il “Progetto Goldoni” (’93-’94) ed “Il cavallo di Troia” (’93).

Quest’ultimo progetto impegnerà i registi, gli scenografi, i musicisti e le maestranze del Teatro come supporto tecnico-logistico a disposizione degli studenti di 27 istituti scolastici di varie città abruzzesi.
Gli studenti di ogni scuola si impegnavano, durante l’anno, nella creazione di un proprio, autonomo, progetto teatrale – vuoi la scrittura di un testo originale, vuoi l’allestimento di un testo classico – progetti ispirati tutti al tema comune della Guerra di Troia. A conclusione dei lavori, in una grande kermesse di cinque giorni, gli studenti abruzzesi confluirono a Popoli per presentare i loro spettacoli, nel teatro o negli spazi urbani della città, e per condividere la narrazione dell’esperienza vissuta e la valutazione della medesima.

Completano il cartellone proposto da Salveti al TSA : “Romeo e Giulietta” (’91), spettacolo itinerante pensato per gli immensi spazi della Fortezza di Civitella del Tronto, e riallestito ‘site specific’ nei centri storici di Sulmona, L’Aquila, Santo Stefano di Sessanio, Tagliacozzo, Torre de’ Passeri, Pesco Costanzo, e ospitato nel borgo antico di Caserta Vecchia; “Metamorfosi” di Ovidio (’92), pensato per una lunga permanenza a L’Aquila nelle stanze dell’antico palazzo dell’Accademia di Belle Arti e successivamente riallestito, con un diverso impianto registico, al Tempio di Ercole Curino a Sulmona e al Festival “Segni Barocchi 14” di Foligno; “Le mille e una notte”, ideate per il Festival della Perdonanza ’92 (per l’occasione l’intero palazzo del Ridotto del Teatro Comunale fu trasformato dallo scenografo Buonincontri in un’ enorme “tenda delle favole”, popolata da acrobati e contorsionisti orientali e da attori-narratori); “Penthesilea” di Kleist, allestita nel ’93 tra gli alberi dei Giardini della Filarmonica a Roma; “Le donne e la guerra” (’94), collage da “Ecuba”, “Andromaca”, “Cassandra”, “Elena”, “Penthesilea” e “Le troiane”.
Di ritorno a Roma, con l’aiuto dello scenografo Luciano Ricceri e delle maestranze di Cinecittà, ambienta nello ‘Studio 11’ il saggio dell’Accademia “Verso Damasco” di Strindberg.
Nello stesso anno, in collaborazione con la RAI e l’ETI – Ente Teatrale Italiano, sceglie di invitare gli spettatori nella storica Sala E degli studi radiofonici di Via Asiago, per assistere alla rappresentazione di “La cognizione del dolore” di Gadda, una drammaturgia appositamente ideata per l’interpretazione di Gigi Angelillo.
Nel 1995: “Il malato immaginario” di Molière, scene e costumi di Emanuele Luzzati e musiche di Fiorenzo Carpi; “La rappresentazione di Santa Uliva di Anonimo del 400”, saggio dell’Accademia “Silvio d’Amico”; e, a Bologna, nelle sale del Baraccano, “Doktor Faustus, poema coreografico di Heinrich Heine per due nastri magnetici”, composizione del musicista Fabio Vacchi su drammaturgia di Salveti. Lo spettacolo era commissionato dal Teatro Comunale di Bologna e dall’Associazione culturale ‘Feste Musicali’.
Nel ’96: “Didone abbandonata”, “Olimpiade” e “Le Cinesi”, tre opere di Metastasio recitate e cantate dagli allievi del corso di perfezionamento dell’Accademia “Silvio d’Amico”, rappresentate al Teatro Valle di Roma e all’International Theaterschool Festival di Amsterdam. In estate: “Deliri disarmati” di Guido Ceronetti per il Festival di Asti, e “Inferno” di Dante, un percorso immersivo notturno tra le rocce impervie e le sterpaglie della ‘Cava dei fossili’ di Verezzi, abitata dalle voci e dai corpi degli spiriti dannati. Ogni sera lo spettacolo ospitava la performance di uno o due attori ‘solisti’ impegnati in una loro personale interpretazione di ‘Paolo e Francesca’ e del ‘Conte Ugolino’ (tra gli altri: Andrea Jonasson, Ida Di Benedetto, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Paola Quattrini, Duilio Del Prete, Elisabetta Pozzi, Anna Bonaiuto, Toni Servillo e Maria Paiato). “Inferno”, già sperimentato in una prima edizione nel ’86, è stato poi ripreso anche nel ’97. Alle varie edizioni hanno preso parte più di 50 attori.
Nello stesso anno Salveti è insignito dell’onorificenza di ‘Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana’ di iniziativa del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Nel 1997: “La locandiera” di Carlo Goldoni, Festival di Borgio Verezzi e Festival della Versiliana.
Nel ’98: il ritorno al Teatro Stabile Abruzzese con “Così è, se vi pare” di Pirandello, con Gigi Angelillo, Ludovica Modugno e Ugo Gregoretti nel ruolo di Laudisi.
Nello stesso anno cura la regia di “Ecuba” di Euripide, protagonista Valeria Moriconi e la scenografia di Luciano Damiani per il XXXV Ciclo di spettacoli classici, al Teatro Greco di Siracusa.
Nel ’99, ancora per il Teatro Stabile Abruzzese, “La dodicesima notte” di Shakespeare, spettacolo rimasto in cartellone per tre stagioni. E, per l’Accademia, “Operette morali” di Leopardi, al Teatro 1 degli Studi Cinematografici ex De Paolis.
Nel 2000: la prima edizione del già citato “Un tram che si chiama desiderio”; “Buonanotte, mamma” di Marsha Norman, con Athina Cenci e Marioletta Bideri; ed una discussa edizione di “Eva Peron” di Copi, recitato da una compagnia di soli uomini.
Del 2001 è l’incontro con Peppe Barra ne “Il Borghese Gentiluomo” di Molière, un’esilarante versione in lingua napoletana con le musiche e le canzoni di Lino Cannavacciuolo e i costumi di Santuzza Calì.
Ancora nel 2001, “Il Principe di Machiavelli”, surreale concione di un imbonitore da fiera (Gigi Angelillo), che impartisce lezioni di ‘buona politica’ ad un pubblico seduto sui banchi di una ‘schola’ ricostruita nello splendido cortile di Palazzo Altemps, a Roma.
E, per l’Arena del Sole, Teatro Stabile di Bologna, scrive con Francesco Freyrie e dirige Vito, Ivano Marescotti e Umberto Bortolani in “Don Camillo e il signor sindaco Peppone”, libero adattamento dalle opere di Guareschi. Lo spettacolo ottiene un ottimo successo.
Nella stagione estiva 2002, al Teatro Romano di Verona, allestisce una nuova edizione di “La cameriera brillante”.
Nel 2003: “Pupa”, da Foemina ridens di Pippo Fava, interprete Ida Di Benedetto, debutto a Parigi, Comedie Des Champs Elisée, Festival “Les Italien”, e successiva tournée invernale in partenza dal Teatro Quirino di Roma.
Nel 2004 cura per l’Accademia “Buffoni”, un fortunato collage di testi della Commedia dell’Arte, ideato e realizzato con la collaborazione di Michele Monetta.
Nel 2005, al Teatro della Cometa, propone “Oh papà, povero papà, la mamma ti ha appeso nell’armadio e io mi sento tanto triste” di Arthur Kopit, con Marina Malfatti e Francesco Pannofino. Ancora nel 2005, dirige Vito e gli allievi della Scuola di Teatro di Bologna in “Totò il buono – Miracolo a Milano”, da Cesare Zavattini, produzione de L’Arena del Sole. Nello stesso anno: una nuova edizione della “Fedra” di Seneca, con Ida di Benedetto, al Festival della Versiliana; debutto della ripresa invernale al Teatro Quirino di Roma.
Nel 2005/2006, nascono da due laboratori con giovani attori diplomati, due successive edizioni de “La tempesta” di Shakespeare: la prima nello spazio volutamente ristretto della Sala Gassman del Teatro dell’Orologio e la seconda, l’anno successivo, alla Sala Grande.
Nel 2007 in conseguenza di una grave crisi istituzionale dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, viene nominato Direttore facente funzioni in sostituzione del Direttore Luigi Maria Musati, comandato ad altro incarico ministeriale. Nel 2012, alla data del pensionamento di Musati, viene eletto Direttore per il triennio 2012-2015.
Dedicatosi a tempo pieno al difficile lavoro di riordino e di rilancio dell’Istituzione, dirada, fino a sospenderli del tutto, i suoi impegni professionali di regista.
Negli anni della sua direzione curerà per l’Accademia: “La trilogia di Ircana” e “L’impresario delle Canarie” di Goldoni, entrambi ospiti della Biennale di Venezia (2007 e 2009); “Romeo e Giulietta” (Spoleto, 2010); “Madness”(Spoleto, 2013); “Pericle, principe di Tiro” di Shakespeare, (2015); “Il teatrino delle meraviglie” di Cervantes, (2016) e “Il cavaliere del pestello ardente”, elisabettiano di Beaumont e Fletcher, (2017).
Nel 2009 firma con il Direttore del Festival dei 2Mondi Giorgio Ferrara un’intesa che istituzionalizzerà la presenza a Spoleto, per tutta la durata della manifestazione, di un “Progetto Accademia”, con sede stabile al Teatrino delle 6:un programma di spettacoli, studi, incontri e proposte di e per gli allievi, aperto alla partecipazione del pubblico.

Nello stesso anno, a Wroclav, su iniziativa del Segretario generale del Premio Europa per il Teatro Alessandro Martinez, si svolge un incontro tra Salveti, nella sua qualità di Direttore dell’Accademia e Piotr Cieslak, docente della Ludwik Solski State Drama School di Cracovia. Scopo dell’incontro è di verificare la possibilità di realizzare una collaborazione istituzionale tra le scuole di teatro europee, proseguendo una riflessione già avviata da Salveti e Cieslak in un loro primo dialogo in occasione dell’International Theaterschool Festival di Amsterdam nel ’96. Il confronto di Wroclav pone le basi per la costituzione di una rete europea di accademie di teatro, disponibili a progettare congiuntamente concrete iniziative a sostegno della creatività delle nuove generazioni ed a supporto dell’ingresso dei giovani artisti nel mondo della professione. Successivamente, Cieslak e Salveti conducono, insieme a Miriam Bellucci Tassi, una fase di indagine tra le principali accademie europee sugli obiettivi da condividere e, nel 2012, a Roma, nella sede dell’Accademia “Silvio d’Amico”, viene firmato l’atto ufficiale per la costituzione in Associazione della rete europea E:UTSA – Union of Theatre Schools and Academies.
Le prime Scuole europee a firmare l’atto costitutivo del 2012 saranno: l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”; The Ludwik Solski State Drama School di Cracovia; la Malmo Theatre Academy, Svezia; RSAMD di Glasgow, Scozia; The A. Zelwerowicz State Theatre Academy di Varsavia; Bayerische Theaterakademie “August Everding” di Monaco; Lithuanian Academy of Music and Theatre di Vilnius; Ernst Busch School of Dramatic Arts, di Berlino; St. Petersburg State Theatre Arts Academy di San Pietroburgo.

A partire dal 2013, nel “Progetto Accademia” al Festival di Spoleto, verrà inserito “European Young Theatre”, un grande laboratorio di confronto e lavoro condiviso, che ogni anno vedrà confluire a Spoleto più di 50 allievi provenienti dalle principali scuole europee.
Nel 2015 e 2016, allo scopo di proseguire l’esperienza formativa anche nel periodo successivo alla conclusione del Festival, l’Accademia, con il supporto logistico del Comune di Spoleto, proporrà un Campus estivo che ospiterà gli allievi delle accademie europee per due settimane di studio con maestri provenienti da diverse parti del mondo, testimoni di esperienze differenti e di differenti metodologie.